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Ti racconto una fiaba Home

A cura di Floriano Del Volga



SCEMERENTOLA

C'era una volta,
in un paese lontano, un gentiluomo vedovo che viveva in una bella casa con la sua unica figlia. Egli era un uomo dotato di bell’aspetto e di ottime maniere, anche se, a voler ascoltare ciò che dicevano le voci maligne locali, si sospettava fortemente che fosse un completo idiota.
La sua adorata figlioletta gli somigliava in tutto e per tutto, era la gioia della sua vita ed egli la coccolava tantissimo, donandole qualsiasi cosa ella desiderasse: bei vestiti, cuccioli, portacenere, banconote false ecc. ecc. Tuttavia, facendo uno sforzo sovrumano, l’uomo capiva che la piccola aveva bisogno dell’affetto di una madre, così decise di risposarsi; scelse, peraltro, come sua legittima sposa una donna che, oltre ad essere un sanitario bipede, aveva già due figlie più brutte di lei ed un alito che avrebbe fatto la felicità di ogni bravo anestesista. Sfortunatamente, l’uomo morì poco tempo dopo. La disgrazia avvenne a Natale, quando il pover’uomo decise di fare una sorpresa alla sua bambina e, arrampicatosi sul tetto vestito da Babbo Natale, si infilò malauguratamente nel tubo della fecale anziché in quello del camino.
Scemerentola
Fu ritrovato soltanto diverse settimane più tardi grazie ad uno dei condomini che, al termine della fatal seduta quotidiana, trovò strano che uno dei suoi escrementi fosse provvisto di un bel paio d’occhi verde smeraldo.
La bimba crebbe allora facendo praticamente da serva alla dura, stitica e fredda matrigna ed alle due sorellastre, le quali, avendo logicamente notato l’aria ebete che risaltava dal volto della piccina, la chiamavano Scemerentola.
Scemerentola infatti, pur possedendo un fisico mozzafiato da coniglietta di Playboy, era sveglia come una seppia lobotomizzata e intelligente come una melanzana sottaceto.
La matrigna e le sorellastre dormivano in belle stanze, mentre la piccola camera di Scemerentola era in soffitta, proprio sotto il tetto, dove si rifugiavano animali di tutti i tipi: uccelli, topi, scarrafoni grossi come percoche ed anche alcune cozze d’allevamento. Nonostante questo, la povera bimba rimaneva gentile e cortese con tutti. Fece infatti amicizia con gli uccellini, di cui si occupava sfamandoli ed arrostendone di tanto in tanto qualcuno quando avvertiva che il suo fisico prosperoso aveva bisogno di proteine; fu gentile anche con i topi ed i bacherozzi, che cuciva amorosamente insieme per farne coperte foderate per l’inverno.
Ogni mattina, Scemerentola si alzava all’alba e preparava la colazione per tutti gli abitanti della casa:
La matrigna, Gaby & Netta
una scodella di latte caldo per le galline e le sue amiche oche del cortile, granoturco e frumento per il gatto, della buona biada per il cane, un osso per il vecchio cavallo. Poi portava al piano di sopra i vassoi con peperoni imbottiti al miele alla matrigna ed alle due sorellastre Gabi e Netta.
“Sei una cretina, sei una cretina! Riprenditi quella roba e vai a darla ai maiali!”, urlavano le sorellastre ingrate; “Togli quel merluzzo dalla vasca da bagno! Leva subito la frittata di sarde dalle mie pantofole!”, ordinava la matrigna; ma Scemerentola se ne infischiava e, allegramente, si rimetteva al lavoro di buona lena.

...Continua...


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