Chi siamo Perchè dovete...
N. 23: Editoriale Un occhio all'arte... Nuovi gruppi sanguigni La poesia Il fotomontaggio Lo sport che non ti aspetti I grandi classici La posta del fegato
Freezer | Oroscopone | Il Fotomontaggio | Frattaglie Audio e Video | Supertest | Frattaglie dal Web | Sacri Testi


Freezer

Oggi ho incontrato per voi Home



La Papera di Marzocca

La “Papera di Marzocca” è oggi considerato dai più illustri ornitologi mondiali uno degli oggetti di maggior
Papera di Marzocca
La Papera di Marzocca
esposta al Museo delle
Otto Bufale
interesse storico-archeologico-politico che siano mai stati conservati in uno dei nostri musei. Strutturata in terracotta idrorepellente, fu plasmata molto probabilmente intorno al 900 a.C. da un abile artigiano cretese di nome Ocone, che pare intendesse rappresentare lo stato di verginità primordiale. L’artista, al termine del suo lavoro, incantato dalla perfezione della sua creazione, si narra che avesse vibrato una possente martellata in testa al fratello sordomuto urlando: “Perché non parli!?!”, avvenimento che la leggenda attribuisce erroneamente a tal Michelangelo Buonarroti.

Per anni la Papera di Marzocca languì in uno scantinato di servizio del famoso labirinto di Creta, costituendo l’unico svago e ristoro del Minotauro, che trasse dal volatile i momenti più intensi della lunga permanenza in quegli antri bui e desolati. Le notizie, da questo momento in poi si fanno frammentarie: la si vede protagonista dell’incendio di Roma sotto Nerone, o eletta senatrice durante l’Impero di Caligola oppure, ancora, citata nelle opere di Tertulliano come esempio di moralità cristiana. Poi un triste silenzio di sei secoli, trascorsi, probabilmente, nelle catacombe di Torrepadula, per riapparire poi orgogliosa nella tasca sinistra di Leone X mentre incoronava Carlo Magno (come dimostrato da un dipinto dell’epoca su crosta di formaggio).
Schieratasi dalla parte dei guelfi neri in Firenze, fu esiliata e costretta a ritrattare nell’aprile del 1300, assieme al suo possessore. Dante la cita, con una beffarda terzina, nel 13° canto del Paradiso, quale vessillo della pace spirituale acquisita.
Gli storici allora ne perdono le tracce fino al momento in cui la ritroviamo, in pieno Rinascimento, nelle mani di un ricco mercante d’Ancona che, non comprendendone il significato e il valore, se ne servì per trarne osceni benefici intramuscolari.
Papera & Hitler
La Papera di Marzocca
affianco ad Hitler durante
il discorso di Norimberga
Giunto sulla soglia della vecchiezza, lo scaltro mercante scambiò il prezioso reperto con uno sturalavandini in peltro di proprietà di un nobile del luogo, il famoso, secondo gli storici, Annibale Cachìs dei Coccoina da Montepeltro. Fortunatamente costui restituì alla Papera la dignità toltale per troppi secoli, donandola al Museo di Villa delle Otto Bufale (L’Aquila) in cambio di un servizio per pediluvio in peltro.
Rapita da Napoleone nel suo barbarico sacco del Museo insieme a tre cornucopie di marzapane e peltro e ad 813 dipinti del Caramello in pasta di dentifricio su tela, rimase oltralpe fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale, che la vide svettare superba al fianco dello statista, nonché cultore delle arti, Adolf Hitler, durante il famoso discorso di Norimberga del 1939. Liberata dai partigiani durante la battaglia di Beccaccia, venne ridata al Museo delle Bufale, dove tuttora si trova, protetta da costante e imponente schieramento di fucili da caccia e setter.

La Papera di Marzocca resta ancora oggi l’animale da cortile in terracotta più ammirato al mondo, viva testimonianza dell’antica arte cretese, di cui peraltro sopravvivono ben pochi esempi il cui significato, purtroppo, resta oscuro ai più e fa sbottare agli studiosi: “Ragazzi, pausa pranzo!”.


A cura di
Eusebio Nautilus II


Top

Approved by Frattaglie