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A cura del prof. Odorico Frangiflutti




Cari amanti dell’Arte, oggi parleremo diffusamente di uno dei più famosi pittori rinascimentali, sebbene in tutto il mondo siano solo 4 le persone che ne hanno sentito parlare:

VERONICO DA COSTANZUOLA

Di Veronico da Costanzuola si ignora dove sia nato, quando sia nato e, soprattutto, perché sia nato. Fin da piccolo le sue doti artistiche e di contemplazione prevalsero su altre ambizioni di bassa lega come per esempio aiutare la famiglia a tirare avanti o cercarsi un lavoro. Il padre lo assecondò sempre in questa sua aspirazione e, appena poteva, lo accompagnava al ruscello o nel bosco dove Veronico rimaneva a contemplare la natura, alcune volte anche per due o tre giorni di seguito. Poi, quando riusciva a slegarsi, faceva ritorno a casa, accolto… dalle lacrime del padre e della madre.
A 12 anni si recò a Firenze e lì fu notato da Leonardo da Vinci, che si accorse subito delle enormi potenzialità artistiche di questo giovine, e lo mise a pulire i vetri delle finestre della sua bottega d’arte. Finalmente Veronico poteva dimostrare al mondo intero di cosa era capace!
Cinque giorni dopo fu cacciato via da Leonardo, perché, come scrive il Veronico nel suo diario, si era dimostrato più bravo del Maestro. Leonardo, invece, afferma che “in quelli tremebondi cinque dies lo Veronico avea frantumato 344 vetri de le finestre”.
Nonostante ciò, egli aveva assorbito da Leonardo la passione per i calcoli e le invenzioni. Per quanto riguarda i calcoli, si accorse subito che erano semplice renella che andò via con qualche litro di acqua minerale. Per le invenzioni, invece, il suo genio si sbizzarrì, ed è proprio di quegli anni la sua più grande ed unica invenzione: Il variatore di altitudine. Dopo alcuni mesi, però, si accorse che il suo “Variatore” era già stato inventato da qualcun altro col nome di “scale”. Questa ennesima delusione lo portò a vagabondare nelle campagne intorno a Firenze, nutrendosi di bacche e dipingendo con ciò che trovava un pò dappertutto: il letame. E’ proprio di questo periodo l’appellativo “Pittore di merda”, che lo afflisse per i successivi 15 anni.
Finalmente a 32 anni ebbe la sua prima commissione: un ritratto. Non si è certi se si trattasse di una nobile spagnola (come afferma il Veronico nel suo diario) o di una contadina che aveva fatto fuori tutte le scorte di vino di quell’annata felice. “La dama rossa” resta, comunque il suo capolavoro (anche perché è il suo unico quadro). Purtroppo, però, il suo amore per il vino lo spinse dalla “dama rossa” alla “damigiana rossa” e di lui non si seppe più niente. Attualmente non si sa nemmeno se è morto e, in caso affermativo, quando.

IL QUADRO “LA DAMA ROSSA”

La dama rossa, come ho già avuto modo di dire, è considerato il capolavoro del Veronico.
Egli impiegò ben 6 mesi per portarlo a termine e poi aspettò altri 4 mesi
La Dama Rossa
LA DAMA ROSSA
, perché si era accorto che aveva dipinto i capelli troppo corti e aspettò che crescessero un poco.
La raffinatezza della pennellata è tipica dell’epoca; il Veronico, infatti, era soprannominato ”Il pittore del cinquecento” anche perché la sua massima quotazione non superò mai le 500 lire.
L’elaborata acconciatura della donna, l’abito sfarzoso, i gioielli che impreziosiscono la ”Dama rossa”, sono rimasti nell’intenzione del Nostro, che, all’atto pratico, ha optato per un tratto veloce e sicuro; forse un tantino rivoluzionario per i suoi tempi.
Lo sfondo ci riporta ai paesaggi che hanno reso famoso Leonardo da Vinci; solo che, in questo caso, c’era troppa nebbia.
Lo studiato contrasto di figure geometriche (la testa a palla ed il vestito triangolare) ci fanno intuire che Veronico era un grande studioso di Euclide, con il cui teorema ha cercato, invano, di dimostrare che 4 x 4 fa 17 anche se non si passa sotto una scala.

In conclusione, possiamo affermare che Egli non è stato capito ed apprezzato come meritava , dai suoi contemporanei, né dalle generazioni successive. Ma io, che credo fermamente nella vita extraterrestre, sono sicuro che, fra i miliardi di pianeti dell’universo , almeno un abitante del sistema Alpha –Centauri, guardando questo quadro, potrebbe esclamare:
- Tò, guarda come assomiglia al mio cane! -



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