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Salve,
Mi presento: sono Calogero Fragaglia e, senza peccare di immodestia, posso tranquillamente affermare di essere uno dei maggiori esperti in materia di scoperte, invenzioni, idee e di qualsiasi altra cosa che, anche solo a livello concettuale, l’uomo sia stato mai in grado di partorire. Ho avuto la possibilità di raggiungere tale stato di conoscenza attraverso lo studio attento di numerosi scritti e reperti, la maggior parte dei quali conservo personalmente, non permettendone l’accesso a nessun altro.
Sapevate, per esempio, che gli Aztechi erano un’antica civiltà che viveva in una città sottomarina chiamata “Atlantide”? Incredibile vero? E lo sapevate che il “cavallo di Troia” era in realtà un enorme cavallo di legno costruito da Ulisse (e non il quadrupede acquistato a scopi sessuali da una nota meretrice macedone)? E se vi dicessi che A. Einstain, universalmente noto per essere stato bocciato in matematica, aveva ideato la “teoria della relatività” il cui significato (se ce n'è uno) resta ancora oscuro?
Dopo questo sfoggio di cultura, che sicuramente vi avrà convinto circa la mia preparazione, passiamo ad analizzare una importante scoperta:

Il Fuoco

Tanto per cominciare diciamo subito che il fuoco non nacque con il primo accendino. Superato lo stato di smarrimento che si è impadronito di voi in seguito a tale rivelazione, dirò subito che esso è stato scoperto invece con l’invenzione involontaria del primo fiammifero. C’è un aneddoto ben preciso che spiega, senza possibilità di contestazioni, come l’uomo, nell’età della pietra abbia scoperto il fuoco.
Ai quei tempi proliferava una specie antica di coleottero che era solito ronzare attorno le orecchie dei nostri progenitori, infilandosi frequentemente nelle cavità uditive degli stessi perché attirato dalle loro secrezioni. Per ovviare a tale fastidioso problema, l’uomo soleva creare, utilizzando i rami degli alberi, dei rudimentali cotton-fioc. Dopo aver accuratamente intinto i cotton-fioc in una sostanza sulfurea (ritenuta tossica per quei coleotteri), li infilavano nelle orecchie per liberarsi dal fastidio; caso volle che durante questa strofinazione, uno dei nostri progenitori (che ,si sa, avevano l’epidermide piuttosto ruvida) in un eccesso di perizia igienica abbia causato la combustione del cotton-fioc, scoprendo così il fuoco.
A tale evento seguì ovviamente una utilizzazione della nuova scoperta da parte dell’uomo preistorico,
La scoperta del Fuoco
ma ciò causò anche la perdita dell’udito del nostro antenato. Pare, infatti, che ciò spieghi la ragione per la quale l’udito dell’uomo è meno sviluppato di quello di parecchie specie animali, come ad esempio i fenicotteri. Tuttavia tale teoria è fortemente criticata dal Cuturi, che nel suo trattato “I sordi siamo noi, e pure tu” ha sostenuto che tale aneddoto non spiega alcunché, poiché l’incidente avrebbe danneggiato esclusivamente l’orecchio sinistro. questa teoria infatti, sempre secondo l’autore, potrebbe spiegare solo la nostra ernia testicolare sinistra congenita, ma nulla più.
Tornando alla scoperta del fuoco, resta solo da sottolineare come in seguito alla combustione del fiammifero-cotton-fioc, l’uomo abbia cominciato ad utilizzare il fuoco nei modi più svariati ed utili, come ad esempio per bruciarsi i peli superflui, oppure per sterilizzare gli strumenti chirurgici. Da notare come, incredibilmente, il metodo per accendere il fuoco sia rimasto assolutamente immutato per svariati secoli, nel corso dei quali surriscaldare i condotti uditivi era l'unico modo concepibile per ottenere il prezioso elemento. Per fortuna, agli inizii del 1900, il chimico francese Gilbert Barbecue riuscì ad ideare un sistema assolutamente rivoluzionario, che poi è quello rimasto ancora attuale: un piccolo, speciale insetto africano che, una volta infilato in un accendino, sputa fuoco spontaneamente. Nulla può fermare il progresso...

Calogero Fragaglia


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