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Salve a tutti,
sono Camillo Nefrostico. Mi pagano per rispondere alle vostre lettere ed io, purtroppo, non posso dunque esimermi dal farlo. Non indugiate oltre , cari navigatori, ed inviatemi domande, sfoghi , pareri e deliri assortiti: io sono qui per voi!
Si gradiscono anche offerte in danaro o in beni di prima necessità.
Grazie e SCRIVETEMI!!




Sono la dottoressa Zambrotti, e ho letto con estrema attenzione il caso del dottor Lamacorti. Nel 1985 ero neo-laureata e svolgevo il corso di specializzazione proprio nella clinica Emor Oidi, la stessa in cui esercitava la professione l'illustre professore. Vi darò una notizia sconvolgente: due anni or sono, mi trovavo a Capo Nord per la conferenza mondiale sugli effetti benefici del caciocavallo svizzero, e sono certa di aver riconosciuto il mio maestro Rodolfo Lamacorti (vedi Viaggio nell'Ignoto, Fratt.nr 3 Ndr) che cercava disperatamente di eludere la sorveglianza, per entrare nel bagno delle signore ed espletare i suoi bisogni fisiologici. Questo confermava la mia convinzione, perché lui era un tenace sostenitore della teoria che la toilette delle signore è più pulita per ovvie questioni igieniche.
Informai le autorità competenti, ma la mia storia non fu presa sul serio, perché non credevano al particolare che una strana aureola viola orbitasse intorno al suo capo. Di certo invece, Saturnino Focares non cestinerà questa mia testimonianza, e darà adito al proseguimento delle indagini.
In fede

Dott. Tania Zambrotti


Risponde Saturnino Focares:

Lo sapevo! Erano anni che sospettavo che Rodolfo Lamacorti fosse ancora vivo, che raccoglievo con cura certosina piccoli indizi e confuse testimonianze in giro per il mondo. Sono stato ovunque: nei sobborghi di Calcutta, dove una bambina sosteneva di aver visto un cane con la faccia vagamente somigliante a quella di Lamacorti, passando poi per il Nuovo Messico, in cui c'è un uomo che ha su una spalla lo stesso tatuaggio del dottore (un clistere con le ali), arrivando persino alle fredde pendici dell'Himalaya, sulle quali, purtroppo, il corpo congelato che ho rinvenuto non era quello dello scomparso, ma quello di uno Yeti. Ma ora una nuova porta si apre: mi recherò infatti personalmente in Svizzera, alla clinica da lei segnalata, appostandomi giorno e notte nella toilette delle signore, fino a che non avrò la conferma del suo racconto. Grazie dott.ssa Zambrotti, la sua prontezza di spirito e la sua professionalità saranno di grande aiuto per risolvere questo impenetrabile mistero. Le farò sapere.

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