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Freezer L'angolo del Fai-da-te Home
A cura di Liberato Coccodrillo



Quante volte ci capita di dover effettuare piccoli lavori domestici a volte divertenti, a volte necessari, a volte completamenti stupidi. Bene, questa rubrica si propone di aiutarvi a risolvere questi problemucci. Nel farlo abbiamo l’onore di poter contare sull’esperienza e la preparazione di un esperto: il sig. Saverio Mastroumberto.
Abbiamo deciso inoltre di affidarci a testimonianze reali che possano certificare con autorità come i consigli di Saverio Mastroumberto siano efficaci ed esaustivi in ogni circostanza.



Oggi grazie alla testimonianza del Sig. Pasquale Rinaldi tratteremo: il problema del “lavandino otturato”, altrimenti detto “del buco nero che tutto riporta a galla”.


È il 17 novembre, domenica (è ovvio che queste cose succedano sempre di domenica: quando non è possibile chiamare alcun tipo di aiuto!).
Il Sig. Rinaldi si alza alle 11,37 in preda ad un’alitosi capace di aprire un varco nel muro che delimita la cucina dal corridoio: deve lavarsi i denti!
Mi sono precipitato in bagno – racconta Pasquale – ho preso spazzolino e dentifricio ma ero ancora così assonnato che, nel distribuire il Colgate Fresh Confidence sulla superfice del mio spazzolino, ho provocato il caos: il tubetto si è svuotato interamente e il suo contenuto è andato a finire per il 3% sulle setole; il 42% ha formato una patina brillantata nel lavabo; il 27% ha disegnato sullo specchio il ritratto di Bruno Vespa, mentre la restante percentuale ha decollato verticalmente, schiantandosi sul soffito dove ancora oggi si può scorgere la costellazione del Sagittario.
Sono le 11,52 e dopo una vigorosa spazzolata decido di passare alla fase finale: il risciacquo.
Apro il rubinetto. Ne fuoriesce un liquido il cui colore cambia tonalità a intervalli regolari.
Mi sembra ancora tutto normale.
Sono quasi alla fine delle operazioni proprie di una corretta igiene orale: mi riempio la bocca del suddetto liquido (che provoca nella sua cavità orale l’effetto “fuochi d’artificio”) e, dopo aver fatto 2 o 3 gargarismi, sputo la miscela esplosiva nel lavandino…
…Ecco. E’ il momento: sono le 11,57. Spalanco gli occhi e guardo in silenzio il lavabo.
Ora – continua il Sig. Rinaldi – sono completamente sveglio!
Una rullata di tamburo rimbomba nella mia testa: il lavandino è otturato! Finalmente! (L’homo Faidate entra in azione)
Corro in pigiama e pantofole in garage e cerco la mia cassetta degli attrezzi ma soprattutto l’autobiografia del grande Saverio Mastroumberto.
Dopo aver indossato una salopette amaranto, una maglietta 100% cotone color bianco già sporco e il berretto della Findus sono andato subito a pag. 132 del prezioso manuale, al Cap. 7: “Come risolvere in scioltezza il problema dell’otturazione di una qualsiasi tipologia di lavandino”.

Nella sua biografia Saverio non perde tempo in inutili preamboli e subito passa alla risoluzione del problema. Ecco una sintesi delle operazioni descritte dall’autore e prontamente eseguite dal nostro testimonial Pasquale Rinaldi:

1° FASE: A carattere prettamente psicologico:
Dovete autoconvincervi delle vostre potenzialità: dovete caricarvi!
Perciò prendete il calendario e cominciate a citare tutti i Santi ivi riportati in modo da creare la pace spirituale corporea e metafisica.
Ora datevi il colpo di grazia: prendete l’elenco telefonico e telefonate al primo idraulico che trovate: appena risponde, dopo aver educatamente accertato che state interloquendo proprio con lui, frapponete la lingua tra le labbra e conferitegli queste parole: “Prrrrrrrrrrrrrrr…..!”. Chiudete.
E ora al lavoro!

2° FASE: Operativa:
L’azione è il vostro pane, il pericolo la vostra professione, per cui prendete con cautela dei cuccioli di piranha(originali del Rio delle Amazzoni, mi raccomando) e, con l’ausilio di un martello, facilitate il loro ingresso nella cavità otturata del lavandino.
Ora le ipotesi sono due: o i poveri pescetti moriranno a causa delle radiazioni emanate dalla miscela liquida stagnante o divoreranno le impurità presenti lungo il percorso, sturando così il vostro sanitario.
Se quest’ultima ipotesi non si verifica (come nel caso del Sig. Rinaldi) allora andate alla 3° FASE.

3° FASE: Della presa di posizione:
OK, si passa alle maniere forti.
Mangiate in un sol boccone dello zabaione fresco, affinchè possiate raggiungere il livello massimo di energia.
Con cacciavite, martello e chiave inglese smontate le tubature del lavandino. Vi troverete ad un punto di non ritorno perché non riuscirete mai a rimontarlo com’era prima, ma è necessario per cui fatelo e basta. Questa operazione ha un suo lato positivo: riuscirete finalmente a ritrovare vecchi gioielli di famiglia persi anni addietro, una dozzina di tappi di dentifricio datati 1936 e una discreta quantità pesciolini rossi essiccati (il ricambio dell’acqua di tali animali produce risultati costanti in ogni parte del globo).

4° FASE: Finale:
Versate lentamente due o tre litri di succo di limone nello scarico del lavabo ed ad intervalli di 13 secondi, recitando questo verso: “La biscia che striscia sull’asse liscia alza la coscia e piscia”. Questo rito a carattere esoterico sarà la chiave del vostro successo.
Rimontate le tubature alla meno peggio. Se vi avanzeranno dei pezzi considerateli trofei di caccia.
Ora fate la prova del nove: riaprite il rubinetto dell’acqua. Sentirete un rumore simile a quello della caduta libera di una gallina faraona nel vuoto dall’altezza di 1600 metri seguito da un “Burp” finale. Ottimo!
Il lavandino è stato aggiustato! Bravi.
Ora datevi una pacca sulla spalla e staccatevi dalle dita i piranhas: vi aiuterà a festeggiare e a dimenticare tutto.

Il Sig. Rinaldi ricorda infine che alle ore 23,02 della domenica successiva, dopo aver eseguito alla perfezione tutte le istruzioni, stremato ebbe solo la forza di dire: “Grazie Saverio”. Poi crollò in un sonno catartico…

Ringraziando il Sig. Pasquale Rinaldi per il suo contributo vi diamo appuntamento alla prossima puntata dell’Angolo del FAIDATE.



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