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TITOLO:

“Lo so che mi avevi avvertito, ma non pensavo che piorrea facesse rima con gonorrea”

AUTORE:

Teofilo Schifrignani


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NOTA: Ai lettori più disinvolti non sarà sfuggito che il 1° capitolo del romanzo tratta delle note biografiche dell’autore. Questo romanzo infatti inizia dal 2° capitolo.



CAPITOLO I

Teofilo Schifrignani è nato a 2 anni, da genitori obesi per motivi politici, in Val Saturnina, così chiamata, perché distante dai centri abitati come Saturno dalla Terra.
Questo forzato isolamento influisce pesantemente sui suoi studi; al contrario, favorisce il suo amico invisibile, la Mangusta Floffydudu, che si laurea con 110 e lode.
Conseguita la licenza elementare a 35 anni, incredibilmente
Autoritratto
Autoritratto giovanile di Teofilo Schifrignani
l’anno dopo si laurea in “Scienze politiche degli abeti”, con la sua controversa tesi su: “Il pinolo e la sua influenza sull’accoppiamento delle marmotte”.
Proprio sulle marmotte, dai cui escrementi è ossessionato fino a 50 anni, il Nostro presenta un progetto di bioingegneria genetica teso a renderle più ecologiche: “La marmotta catalitica”. Nonostante il pieno appoggio dell’AMI (Associazione Manicomi Italiani) e dell’IST (Istituto Strani Tipi), il suo progetto viene ignorato dalla scienza ufficiale.
La delusione lo fa piombare in una profonda crisi depressiva da cui si riprende a stento la sera, dopo un’impepata di cozze.
Il suo carattere incline alla suspence e, soprattutto, il fatto di abitare in una casa appesa con delle corde a 300 metri di altezza lungo una parete a strapiombo (il padre aveva ereditato 7.000 metri quadrati di terreno, tutti verticali), tutto questo, dicevo, lo spinge a scrivere romanzi gialli.
Il suo thriller più famoso “Tutti x uno = uno” viene recensito sulla rivista “Ottusangolo” con questo entusiastico commento: ”E’ incredibile che un romanzo, per di più thriller, per di più scritto da Schifrignani, possa suscitare una gamma così ampia di emozioni, che vanno dalla stipsi ai calcoli renali”.
Va chiarito che tanto entusiasmo è causato dal fatto che in questo romanzo vi è un solo personaggio, il commissario Affranti, che è il colpevole e la vittima contemporaneamente, e che, pur non potendo portare avanti le indagini per ovvi motivi (era morto), sa chi è l’omicida (Lui stesso) e come si è svolto l’omicidio (ha obbligato se stesso, sotto la minaccia di un’ascia, ad infilare le dita nella presa di corrente per verificare se i volts erano effettivamente 220 o ne mancava qualcuno).
A 50 anni vende la casa al club dei suicidi e decide di girare a piedi la Repubblica di S. Marino. Sette minuti dopo, finito il giro, occupa abusivamente un seminterrato e lì, ormai da parecchi anni, continua a scrivere romanzi che pubblica, dopo averli fatti correggere dalla sua mangusta invisibile Floffydudu.


***Illustrazione di Alessandro Colantuono***

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