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A cura del Prof. Omar Sciarbrun



LE PRIME FORME DI VITA
-- Terza ed ultima parte --

Intanto nell’uomo si sviluppò una capacità che lo rese superiore agli altri esseri viventi: il linguaggio. Egli era in grado di articolare un numero di suoni che oscillava fra i 22 ed i 40 (parolacce escluse), in una serie di combinazioni.
Naturalmente, data l’esiguità numerica delle parole, uno stesso suono veniva usato per indicare “albero”, ma anche “fiore”, “vaso da notte” o “filtro dell’aria” o qualsiasi cosa non più piccola di un ago e non più grande di una montagna. Questa situazione, in alcuni casi, poteva generare qualche equivoco. Per esempio, il marito che, prima di uscire, aveva spiegato alla moglie che gli sarebbe piaciuto mangiare leggero, al ritorno avrebbe potuto trovare la scopa appesa al soffitto ed una poltrona capovolta oppure la caverna sbarrata con il cartello “vendesi” od un mazzo di ravanelli avvolti al collo del cane. Tutto ciò spiega l’alto tasso di mortalità delle donne sposate e l’incremento dei divorzi, almeno fino all’invenzione del “Menù stampato”.
Ed ora, se me lo consentite, vorrei aprire una parentesi sui metodi e sugli strumenti usati dagli archeologi nella loro indomabile ricerca. Grandi passi ha compiuto la scienza dalle prime inadeguate palette di ferro usate dagli studiosi fino a qualche decennio fa. Ora, grazie all’elettronica ed ai computers, si mettono a punto sofisticate attrezzature quali le palette ergonometriche superleggere di alluminio con un CX di 0,28, che vengono sottoposte a duri test fra cui quello della galleria del vento.
Ossa
Nella seconda metà del secolo scorso, in una zona della Francia furono scoperti utensili ed ossa umane. Grazie all’opera dei maggiori studiosi di fama mondiale fu ricostruito il primo scheletro dell’homo sapiens sapiens e si giunse a queste conclusioni:
-Altezza 1 metro e 27 centimetri, aveva un metabolismo simile al nostro ed il cuore al posto del polpaccio sinistro, era privo di braccia.
Queste teorie furono contestate da una ristretta cerchia di studiosi, fra cui il criminologo italiano Lombroso,
Teschio
il quale affermava, a ragione, che, senza braccia, il nostro progenitore non avrebbe potuto strangolare amici e parenti e non avrebbe potuto diventare un “criminale” (cosa che aveva sempre preoccupato il Lombroso).
Ma torniamo a noi; ben presto Fred Vaughan della Central University di S. Francisco, si accorse che, in realtà, lo scheletro era stato assemblato male e che non era esatto far partire le tibie dalle orecchie. Inoltre il piedistallo altro non era che il bacino ed il copricapo da “sciamano” era la cassa toracica; le braccia erano state usate come paletti per incanalare l’afflusso del pubblico al Museo.


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