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Eroico gruppo di amici salva i bagnanti da morte sicura
TERRORE IN ALTO MARE
In Calabria Squalo bianco attacca i turisti


Sdraia (Cosenza) -
Ciò che è accaduto in un tranquillo e assolato pomeriggio estivo, nel Tirreno calabrese, potrebbe sembrare l’ennesimo episodio del film "Lo Squalo"; ma a volte la realtà è molto più spaventosa di quello che viene trasmesso nelle sale cinematografiche, in cui fanno da padroni effetti speciali computerizzati.
Verso le 15.30 del 18 Agosto 2000 scatta l’allarme. I numerosissimi bagnanti di Sdraia a Mare avvistano, nei pressi dell’isola di Lino, la grossa pinna di un enorme squalo bianco che si avvicina minacciosa verso la riva. I più lesti riescono a mettersi in salvo, ma molti altri rimangono inerti in acqua, colti dal panico o semplicemente più lenti a rientrare, e tra questi tanti anziani e bambini.
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Ma la pinna improvvisamente cambia rotta, e prende di mira un piccolo canotto color crema, con a bordo i coniugi Polpetta. Dopo interminabili secondi d’attesa, lo Squalo decide di attaccare, e, in un attimo, azzanna l’imbarcazione provocandone il ribaltamento, sotto gli occhi increduli di migliaia di turisti impotenti. E’ in questo momento che una barca nelle vicinanze, con a bordo sei coraggiosi giovani, interviene, correndo in soccorso dei malcapitati Polpetta. L’azione si svolge in pochi minuti: la Cad blu raggiunge velocemente ciò che rimane del canotto e tira su la donna, ma il consorte sembra ormai spacciato, essendo già a portata delle grandi fauci dell’enorme pescecane. Ma le abili manovre dell’imbarcazione distraggono lo squalo che, infastidito, lascia andare il sig. Polpetta e si lancia furiosamente all’inseguimento della Cad dei coraggiosi ragazzi. La lotta è impari. L’animale, lungo 12 metri, raggiunge la piccola barca in pochi attimi, preparandosi a fare strage dei suoi occupanti. Ma, quando sembra che la tragedia stia ormai per compiersi, succede qualcosa di incredibile. Vistosi raggiunti, infatti, i sei eroi decidono di affrontare il nemico faccia a faccia: i tre uomini - Aleandro Tantizero, Samuele Calamaro e Felice Spingo - disprezzando il pericolo, si gettano in acqua e ingaggiano una lotta corpo a corpo col terribile pescecane, utilizzando come arma qualsiasi arnese a loro disposizione, mentre le donne – le sorelle Valentina e Pasqualina Capitone e Violaria Cefalotto - lanciano dalla barca scarpe, ciabatte, borse e utensili, cercando di ferire la bestia inferocita.
Il loro coraggio sembra non bastare, ma proprio a questo punto i “gladiatori del mare” hanno l’intuizione che gli permetterà di sconfiggere il mostruoso avversario: danno in pasto allo Squalo i panini al prosciutto (la loro colazione) imbevuti di benzina dei serbatoi, poi lo accecano con il mezzo-marinaio, ed infine distruggono la bestia, ormai tramortita, con un barilotto pieno di birra e benzina, che provoca l’esplosione del gigantesco animale.
I sei eroi hanno salvato mille e più vite umane e limitato il bilancio finale ad un solo ferito (Esperito Polpetta, che se la caverà con 38.650 punti di sutura all’altezza del basso ventre). Intervistati da decine di giornalisti, i sei giovani non paiono rendersi conto dell’incredibile impresa compiuta. Vi riportiamo, a conferma di questo, alcune loro dichiarazioni: “Appena abbiamo udito le urla terrorizzate dei bagnanti, abbiamo capito subito ciò che stava accadendo. Lo Squalo aveva già attaccato quelle due povere persone… ci siamo guardati negli occhi e, senza parlare, siamo partiti veloci in loro soccorso” inizia Valentina; “Ma quali eroi?! Abbiamo agito come chiunque altro con un minimo di coscienza che si fosse trovato nella stessa nostra situazione” continua Pasqualina; “ Lo Squalo ci inseguiva, ma Aleandro è il miglior navigante che conosca… non fuggivamo di certo, cercavamo di allontanare verso il largo la furia di quel mostro inferocito, per salvare i turisti, vittime predestinate…” prosegue Violaria. Poi tocca ad Aleandro: ”In mare ne ho viste veramente tante: rane grosse come lavatrici ad est di Giava, tempeste terrificanti ed orate assassine al largo di Capo Horn… ma mai una cosa del genere! Credetemi, trovarsi a 30 centimetri da uno squalo bianco di 12 metri è un’esperienza che non auguro proprio a nessuno;
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ma noi, in quel momento, non dovevamo pensarci, bisognava non farsi prendere dal panico, così ho gridato agli altri di restare calmi: dovevamo trovare solo un modo per ucciderlo, o lui avrebbe ucciso noi!”
. “Quando Samuele gli ha bloccato quelle enormi zanne ho capito che era il momento giusto. Credeva di essere il più forte, ed è stata proprio la sua presunzione a perderlo… perché la forza bruta è inutile senza l’astuzia!”, sentenzia lo Spingo. ”Pensate che per colazione avremmo voluto comprare panini al formaggio, ma per fortuna il salumiere l’aveva terminato, così abbiamo optato per il prosciutto crudo… altrimenti non so come sarebbe finita…”, prosegue sagacemente Calamaro, il quale chiude poi l’intervista con un duro ammonimento: ” Negli abissi marini si nascondono innumerevoli insidie; non posso credere che la gente possa essere tanto superficiale da buttarsi in acqua, farsi il bagno, nuotare, così come se niente fosse! E’ naturale che poi si verificano situazioni di questo tipo…”.
I sei giovani, per il gesto coraggioso compiuto, sono stato accolti a Roma come eroi nazionali dalle massime cariche dello Stato, e insigniti del titolo di Cavalieri della Repubblica dal Presidente Carlo Azeglio Ciampi, il quale ha elogiato il loro comportamento, portandolo come esempio per la Patria. Inoltre il Presidente ha promesso di intitolare, in loro onore, l’attuale Piazza della Repubblica col nome di Piazza “Eroi del Basso Tirreno”.

Agnello Binomio
Beato Dallapecora



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