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Salve a tutti. Sono Daria Tromba, la vostra esperta musicologa
che vi regalerà nuove e entusiasmanti recensioni alla scoperta
di gruppi musicali o simili che, non trovando spazio nel mondo
discografico delle multinazionali, abbiamo deciso in qualche
modo di aiutare dandogli la giusta visibilità e il giusto credito
all’interno di questa rubrica. |
"As falls Witchita, so falls Witchita falls" era il titolo
del disco di un noto chitarrista contemporaneo e spettinato
(o almeno mi pare). Ma questo poco ha a che fare con quello
che sto per dirvi.
D'altronde neanche la Top Ten del Burkina Faso di questo periodo può essere di grande aiuto.
Al contrario, mi trovo nel pieno dell'FSI (Festival delle Sonorità Ignote) di Titograd, da dove mi accingo a recensire i gruppi che secondo me meritano di trovare spazio e successo sia all'interno della nostra rubrica sia all'interno del loro condominio.
Prima due parole su questo festival.
L'FSI si tiene puntualmente ogni 42 anni solari, questo per permettere che le novità possano maturare, i gruppi migliorare tecnicamente, ma soprattutto bisogna dare agli organizzatori il tempo necessario affinché tutto sia al posto giusto in modo che non si verifichino problemi durante l'evento. Titograd si prepara e attende per tutto questo tempo, accumulando ansia per generazioni…ma ne vale la pena.
Sui 2 palchi e mezzo di cartongesso si alternano per 4 settimane ben 2 gruppi a intervalli regolari di 6 ore, proponendo tutto il loro repertorio e promuovendo anche le loro ultime fatiche.
Il primo gruppo a salire sulla scena dopo un applauso di ben
15 secondi dei presenti è la rivelazione dell'estate: i LOTAN
PROJECT, che nell'antica lingua druidica significa "i
crotali del presidente".
La formazione di 27 elementi (di cui 15 sono fratelli e gli
altri parenti acquisiti dal quarto grado in su), su basi elettroniche
riesce a costruire virtuosismi psichedelici grazie alla padronanza
degli strumenti artigianali dai nomi impronunciabili. Il Leader
del gruppo: Lotar, è la voce calda che accompagna le
atmosfere strazianti delle canzoni.
I temi dei 423 pezzi proposti fin ad ora vanno dai problemi
sociali più tristi ai problemi personali più intimi, come ad
esempio lo sporco in mezzo alle dita dei piedi (titolo: "Perché
non avere uno strumento adatto?").
Durante la loro performance non è stato possibile contare con precisione il numero dei decessi e delle persone cadute in profonda crisi depressiva.
I Lotan Project toccano nel profondo…
Da segnalare anche la struggente "Ascella pezzata" ma
anche l'unica canzone d'amore: "Se stiamo insieme, soli,
chiusi in questa centrale nucleare abbandonata, ci sarà un perché".
Non perdetevi l'ultimo album! Un cofanetto di 7 cd per un totale
di 78 canzoni dal titolo "Il Mondo con la coda" foderato
interamente di carta riciclata.
La seconda ed ultima proposta del Festival è un solista easy-jazz
napoletano: GENNARO CAMERIERE.
Lui e il pianoforte sono davvero una cosa sola, da quando il figlio, Antonino, cosparse per scherzo lo sgabello dello strumento con il mastice a presa rapida. Gennaro è stato calato sul palco grazie ad un braccio meccanico che lo ha delicatamente appoggiato al centro della scena. I presenti si sono scartavetrati le mani per applaudirlo.
La musica di Cameriere è orecchiabile come il canto di
un fringuello in agonia.
Il suo ultimo capolavoro si intitola: "Dalla pace apparente
del maremonti lontano".
Un vero e proprio capolavoro. Il disco si riempie fin dal primo pezzo di atmosfere, di odori e suoni tipicamente estivi.
Alcuni giurano che accostando il disco all'orecchio si possa sentire il rumore di un motoscafo sulle onde del mare…
Da segnalare: "Perduto Tempo, su quel muretto" e "Via
da questo mare (e monti)"; canzoni che da sole rendono l'idea
della malinconia che ancora accompagna l'autore durante le sue
vacanze meritate. In particolare la prima canzone citata si
sviluppa per circa 2 ore durante le quali Cameriere continua
a picchiettare sul tasto del "do" mentre ripete incessantemente
le parole "Pazzi Mitomani!". Il pubblico alla fine aveva
i brividi e qualcuno ha anche vomitato dalla gioia.
Ma durante la sua esibizione Gennaro ci ha regalato anche straordinari
riarrangiamenti di alcuni dei suoi successi storici, come ad
esempio la bellissima "Mi guardo e non capisco chi mi ha
rotto il naso" o "Le meraviglie di questo tratto di costa"
del lontano 1989.
Insomma io vi invito sia a comprare e a scoprire queste due perle della musica contemporanea, sia a raggiungermi all'FSI al più presto; avete tempo fino al 22 ottobre, dopo, come da tradizione i palchi della manifestazioni verranno bruciati nella piazza principale di Titograd per fare un voto ad un Dio ai più ignoto.
Alla prossima meravigliosa recensione.
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