Soverato
(CZ) -
Non è, purtroppo, la prima volta che le cronache recenti riportano il verificarsi
di gravi fatti di sangue imputati a persone apparentemente normali, che il
sorgere di un ordinario, minimo problema quotidiano trasforma in feroci killer
senza pietà; ma il fatto accaduto pochi giorni or sono a Soverato, un tranquillo
paesino calabrese, è da considerarsi davvero oltre ogni immaginazione.
Verso le 20.30 di una tranquilla serata di Aprile un affiatato gruppetto di amici, quasi tutti
residenti del luogo, si reca sulla spiaggia per organizzare un piccolo falò, una delle
classiche situazioni estive in cui i ragazzi si divertono, suonano la chitarra, vomitano
sempre qualcosa e magari, se c'è disponibilità, fanno scattare qualche linguetta malupina.
Questo falò non sembrava diverso da tanti, tantissimi altri, ma qualcosa di diverso,
invece, c'era: Luciano Squillatopo, detto o' Pippotto, era fra quei ragazzi. Un ragazzo
apparentemente normale, misurato, che gli amici hanno sempre frequentato volentieri
perchè stimato serio e giudizioso, amante della quiete, della compagnia, della musica,
del volley, dei film splatter, del sesso, dell'alcool, della pornografia,
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Foto
scattata da uno dei ragazzi
al momento della tragedia |
del sadomasochismo, di sette esoteriche, del nazismo e della violenza in tutte le sue
forme. Ma che, evidentemente, negli inesplorabili meandri della sua mente, nascondeva
invece misteriosi, insospettabili squilibri.
Ma torniamo al falò di quella agghiacciante serata. Le cose, all'inizio, sembrano procedere
tranquillamente, quando ad un certo punto, verso le 22.00, si apre un acceso diverbio tra
Luciano ed un suo amico, Lorenzo Bilbò, che sta arrostendo dei wurstel sul fuoco del falò
(fa anche rima). Luciano, stando a quanto riferito da alcuni amici che hanno assistito alla
scena, sembra irritato dal fatto che l'amico stia cocendo anche del petto di pollo assieme
ai wurstel, cosa che, a suo dire contrasta con le più elementari regole gastronomiche
calabresi. Lorenzo Bilbò accusa l'inopportuna osservazione, risponde a muso duro che in
provincia di Roccelletta (suo luogo d'origine) i wurstel li cuociono col pollo ed anche
con la salsiccia, quando gli aggrada. Da qui alla tragedia il passo è breve: Luciano
Squillatopo, in preda ad un raptus, corre verso il bagnasciuga, dove afferra un
enorme cocomero da 25 chili che i ragazzi avevano messo in fresco. Raggiunge in un
attimo l'amico che, intuendo le sue intenzioni, cerca invano di proteggersi. Ma per
il povero Lorenzo Bilbò, che solevan chiamare tutti Renzo, ormai è tardi.
Squillatopo vibra un colpo tremendo, che all'istante fa crollare l'amico sulla
sabbia, privo di vita. Mauro Losfizio, un carissimo amico dei due,
disperatamente prova a frenare la cieca rabbia di Squillatopo, che invece
reagisce prontamente assestando anche a lui una terribile, mortale mazzata di
cocomero, che si spacca in mille pezzi ferendo molti dei presenti, di cui due
gravemente, con i semi schizzati via come proiettili. Luciano Squillatopo
fugge subito dopo verso la sua macchina; verrà rintracciato poche ore dopo
dalla polizia mentre cercava far perdere le sue tracce infilando i piedi
in un cocktail alla menta.
Riportiamo qui la breve testimonianza di due dei ragazzi che hanno
assistito alla tragedia; la prima, Nellina, una loro vecchia amica,
rilascia una dichiarazione che lascia intendere come sia ancora sotto
shock:
"Eravamo lì tranquilli; stiamo lì, anzi stavamo lì, ma Pippotto
(Luciano Squillatopo ndr) forse non voleva quella carne… forse la
sabbia nei wurstel… l'emozione del primo volo… Valentina si è ingessata…
non lo so…". Dalle parole di un altro giovane, Paolino, nonostante
l'infinita tristezza, emerge comunque un tentativo di analisi ed un
invito alla prudenza:
"Stà cazzo di carne! Io lo sapevo che non
bisognava portare stì wurstel, che poi lo sappiamo come và a finire…
ai falò bisogna portare solo il vino, la birra e i superalcolici,
altrimenti se porti anche roba da mangiare e fai casino con tutte
quelle cazzo di cose da cuocere è chiaro che succede qualcosa, per
forza! La prossima volta vediamo se non mi stanno a sentire! Guagliò,
non portate troppa roba ai falò".
E con questa ultima, sconvolgente
testimonianza, concludiamo questo ennesimo episodio di irrazionale
ed assurda violenza. Grazie per averci seguito.