Prima di tutto procuratevi una lavatrice rotta.
Essa è facilmente reperibile in quasi tutte le case (anche la vostra), ma nel malaugurato caso la vostra lavabiancheria fosse perfettamente funzionante, allora, senza indugi, rompetela intervenendo energicamente sul lato destro.
Bene, adesso tutto è pronto.
In casi come questo è chiaro che la prima cosa di cui ci si deve accertare è la natura e la tipologia del problema. Bisogna cioè capire qual è il reale "sintomo":
- perde acqua dal filtro?
- Il cestello non gira correttamente?
- La centrifuga raggiunge il mach 3?
- La lavatrice al programma "delicati" trasforma una sottoveste di seta purissima in una tovaglia sbiadita da picnic dai colori discutibili?
- Il vostro elettrodomestico si rifiuta di lavare i calzini della partitella del fine settimana?
- Durante la centrifuga la lavatrice percorre interamente il vostro appartamento?
- La lavatrice fa a gara con il frullatore?
- Vi siete scordati di andare a pagare quella bolletta del telefono?

È chiaro, a tutto c'è una risposta; a tutti questi problemi esiste un rimedio, anzi, il grande Saverio Mastroumberto è riuscito ,magistralmente a sintetizzare la risoluzione di tutti questi problemi in un unico e solo intervento faidatistico, che adesso mi accingo testè, qui di sotto a descrivere.
Prima di tutto bisogna accertarsi che tutti i collegamenti elettrici ed idraulici siano in ordine. In particolare è necessario che il tubo di carico e scarico dell'acqua sia ben fissato e che il rubinetto sia aperto, mentre la presa della corrente deve essere collegata (è consigliabile in quest'ultima operazione spegnere il pulsante di accensione della lavatrice e ingoiare tre albicocche acerbe). È inoltre probabile che queste prime fasi di intervento nonostante le facciate con particolare pignoleria si rivelino perfettamente inutili e non costituiscano affatto la risoluzione del problema; ma da qualcosa bisogna pure incominciare!
Con particolare prudenza e pazienza svitate il pannello posteriore dell'elettrodomestico.
Se non vi siete ancora fulminati, conviene staccare momentaneamente la presa della corrente.
A questo punto vi troverete davanti ad un groviglio di fili, ingranaggi, tubi e cadaveri non identificabili di almeno 13 specie di insetti.
È necessario eliminare tutto ciò che arbitrariamente vi sembra superfluo: qualche valvola, un paio di bulloni ossidati uno slip del 1934 ecc. Finita questa delicatissima fase di epurazione finalmente potrete avere un quadro più chiaro della situazione: davanti a voi come per magia vi si paleserà la causa di tutti i vostri guai: la famigerata Serpentina.
È lì che vi guarda e vi deride, vi offende per tre generazioni emanando polvere di calcare. Nonostante l'apparenza violenta dovete affrontarla con coraggio, farla uscire dalla sua tana umidiccia rischiando i vostri pollici opponibili, ma ne vale la pena.
È fatta. Avete la serpentina tra le mani e ormai è inoffensiva. Siete ad un passo dalla risoluzione definitiva e per sfogarvi e allentare la tensione accumulata vi verrà spontaneo creare con il pezzo appena estirpato un profilo non molto somigliante del vostro vicino di casa.
Potete rimontare il pannello posteriore e ricollegare la presa della corrente. Non vi resta far altro che le dovute prove di funzionamento.
La pulizia catartica avrà addirittura reso la vostra lavatrice più intelligente e autosufficiente.
Non è escluso il comparire di nuovi ed entusiasmanti programmi di lavaggio e la autoselezione degli indumenti tra colorati e bianchi.
Attenzione però alla centrifuga: quanto mai probabile è il contatto con il vostro televisore buono, per cui non vi spaventate se l'immagine di Paolo Limiti comincerà a girare su se stessa; è del tutto normale.

Anche questa volta il geniale Saverio ha colpito ancora nelle vostre case, vi ha reso felici e ha migliorato la qualità complessiva della vostra vita casalinga.
Ora potete meritatamente godervi quel panino al formaggio o quel vasetto di vongole in formalina che da tempo è saldato su un ripiano del frigo.
Alla prossima dal vostro Liberato Coccodrillo…e scusate ancora per l'assenza.