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A cura di Omar Sciarbrun

FILOBELLO SCACCHIONI

Oggi voglio parlarvi di uno dei più grandi e significativi filosofi degli ultimi 32 minuti: Filobello Scacchioni.
Filobello Scacchioni in una raffigurazione dell'epoca
Il Nostro nacque da madre russa e padre parla nel sonno; visse a cavallo fra il XIX e XX secolo e questo gli procurò una leggera sciatalgia che ebbe imprevedibili ripercussioni sui balli di corte a cui partecipò.
I balli di corte erano chiamati così perché venivano organizzati con ragazze che non superavano il metro e 35. qui egli incontrò la sua futura moglie che, in seguito, sublimò in un raschialingua nel suo saggio: “Cicì e Cocò: Tre cacchette sul comò”, che tanta influenza ebbe sulla pettinatura di Albert Einstein.
Filobello Scacchioni è stato il massimo esponente del soggettivismo (anche se, inspiegabilmente, non riusciva mai a distinguere il soggetto dal complemento oggetto), pensiero che egli magistralmente espresse nella sua massima opera :”Piripicchio”, nella quale espose la sua teoria sull’universo inteso come un grande parcheggio e propose delle innovative tariffe orarie. Ma i tempi non erano maturi per le sue idee. Così decise di ritirarsi in campagna, e fu proprio in quel periodo che accadde l’episodio che diede la svolta alla sua vita intellettuale. Un giorno, mentre riposava sotto un albero di mele, che si era fatto prestare da Newton, vide una mela staccarsi da un ramo e cadere a terra: fu allora che ebbe l’illuminazione, infatti, proprio in quel momento vennero gli operai dell’Azienda Elettrica ad attaccargli la corrente. Felice pagò gli operai e accese tutte le luci della casa.
Quella stessa sera, mentre con la moglie giocava ai quattro cantoni, pur essendo in due, ripensò all’episodio della mela e, dopo aver legato ed imbavagliato la moglie che insisteva per continuare a giocare, formulò la sua famosa teoria sulla gravità: ”Stare sotto un albero di mele, durante il periodo di maturazione, può essere di una gravità insospettata, specie se non portate un elmetto per proteggervi la testa”.
In seguito egli integrò la sua teoria sulla gravità con la non meno famosa teoria della relatività, che recitava: ”Stare sotto un albero di mele, durante il periodo di maturazione, può essere relativamente di una gravità insospettata, specie se non portate un elmetto per proteggervi la testa”.
A corredo di questa sua teoria egli formulò una formula (scusate per il verbo poco fantasioso, ma ho prestato il mio vocabolario dei sinonimi a Soriano Fecola a cui servivano urgentemente 220 sinonimi di “Buon appetito”). Come stavo dicendo, la formula di cui rese partecipe l’umanità era la seguente: E= mc2, dove E sta per: Elmetto; = sta per: =; m sta per: mela; c sta per: capoccia, e 2 sta per: 2 sono le volte che potete rischiare (di sedervi sotto un albero di mele senza elmetto protettivo ndr).
Lo scalpore suscitato da una teoria così rivoluzionaria si estese a macchia d’olio e di ciò ne approfittarono le lavanderie per aumentare i prezzi. La reazione del mondo scientifico si compendiò nelle parole del fisico Giobatta Scarparotta, che, in un’intervista alla stampa dichiarò: “Se prima le teorie di Scacchioni mi lasciavano indifferente, ora, dopo la sua teoria sulla relatività, mi lasciano relativamente indifferente”.
Amareggiato, Scacchioni si chiuse in se stesso e non aprì neanche dopo pranzo. La moglie cercava inutilmente di incoraggiarlo, dimostrandogli, ad ogni occasione, quanto fosse importante la relatività nella vita di ognuno di noi. Per esempio, una volta, dopo aver fatto sesso con Filobello, gli disse: ”Sei stato relativamente bravo”.
Ma nonostante questi significativi incoraggiamenti Scacchioni si lasciava andare sempre più. Passava giornate intere a letto e non si alzava neanche quando andava a passeggio per i boschi che circondavano la sua ormai triste casa.
Sei mesi dopo, del tutto inaspettata, gli giunse una convocazione da parte del presidente della corporazione degli scienziati, con la quale lo si invitava a spiegare la sua teoria, nel corso della conferenza scientifica dal titolo “La pecora nce lo sa, l’asino ppe gnente” che si sarebbe tenuta nella sala dei congressi della trattoria “Frittomisto” nella ridente località di Valledepressa sotto Valanga Imminente.
Quella conferenza, per il nostro Scacchioni fu un vero trionfo, con ovazioni a scena aperta, sebbene, per abbreviare l’esposizione delle sue tesi, egli avesse letto solo le labiali e qualche sibilante dei 720 fogli dattiloscritti dei suoi appunti. Il resto della sua vita ormai è storia: Nobèl e nobrùt, ma una vita normale vissuta in famiglia, circondato da uno stuolo di nipotini, pur non avendo mai avuto figli. La moglie lo sostenne sempre, specie quando si accasciava al suolo ogni volta che pronunciava la parola “fringuello”.
Morì di foruncolosi impietosa all’età di 96 anni, pronunciando la storica frase: ”Non è vero, ne ho 95!”.


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