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Freezer C'era una volta il West Home
A cura di Germano-Alce-Che-Medita-Nel-Grano



Questa rubrica riporta gli episodi più curiosi della tradizione western americana, giunti sino a noi attraverso (poco attendibili) fonti orali di Indiani Sioux.



PIKSWEECK IL MANDRIANO SFIGATO

Spinse violentemente la porta a molle del saloon e vide lei, bella, conturbante, sinuosa, così piena di anse e di tornanti che ..... sfortunatamente gli sfuggì quella famosa legge secondo cui ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria; cosicché le porte a molla si richiusero e Piksweeck ebbe modo di osservare meglio dalla parte degli zoccoli i cavalli che transitavano per la strada.
Evitata la diligenza delle 9,20 tornò verso il saloon, squadrò con astio quella maledetta porta e entrò con fare indifferente dalla finestra. Dopo essere passato sopra il full di un giocatore di poker, si diresse verso il bancone. Non riusciva a staccare gli occhi da lei.
- Cerchi qualcuno straniero?
La voce di lei era sensuale, inebriante, sensuale (questo mi pare di averlo già detto), saliva su dalle ginocchia attraverso il capiente torace, si avvitava alle corde vocali e veniva soffiata in modo inebriante (questo mi pare di averlo già detto), sensuale (q.m.p.d.a.g.d.) e pericoloso, specie la mattina in cui fece colazione a base di zuppa di cipolla insaporita di aglio fresco.
Piksweeck cercando di tamponare il sangue che gli usciva copioso dal naso decise di risponderle in maniera rude, forte; le avrebbe fatto capire che niente lo intimoriva. Così disse:
- Forse .....
Questa era la parola giusta, con una carica di mistero e di mezza verità, - forse.....- peccato che gli uscì in falsetto. Ma lui era un duro (m.q.m.p.d.a.g.d.) e la cosa non lo toccò minimamente, anche perché la bambolona era già salita nella sua stanza da oltre 7 minuti quando lui aveva risposto.
Sarebbe andato a trovarla dopo, ora aveva una cosa più importante ed urgente da fare.
Si rivolse al barista
- Ehi tu!....
- Signore.
- Ora ti faccio una domanda precisa e voglio una risposta precisa -
disse Piksweeck facendo scivolare una banconota verso il barista.
Quest’ultimo prese la banconota, la soppesò, la morse, la fece sparire in tasca e si rivolse al nostro eroe.
- Dev’essere una cosa davvero importante a giudicare da quanto paghi la notizia....
- L’hai detto.... La domanda è questa: c’è un gabinetto in questa topaia? E se si dov’è?


45 minuti più tardi Piksweeck uscì da quello che il barista, in un momento di allucinato fanatismo, aveva chiamato cesso.
Chiamare cesso quel .. quel... coso era un’offesa per tutti i cessi del mondo, ma Piksweeck aveva dovuto adattarsi, perché lui odiava farlo nella prateria, con tutti quei serpenti, scorpioni, millepiedi, scolopendre e termiti.
Ma ora era giunto il momento di andare a fare una visitina a quella splendida creatura che qualcuno in modo molto riduttivo descriveva di una Bellezza celestiale.
Sentiva dentro di sé una strana ansia, come non gli era mai successo, d’altra parte non gli era mai successo di stare con una donna la cui bellezza superasse quella di un mulo a cui avessero mescolato a caso occhi orecchie e narici.
Piksweeck cercava di calmare i battiti del cuore e fece finta di niente quando un tizio da un tavolo gli urlò:
- Ehi amico, non riesco a sentire se è arrivata la diligenza, vuoi farla finita con quel dannato tam tam?
Ma Piksweeck si sentiva anche le gambe pesanti, come legate, per fortuna questo problema scomparve quando si ricordò di alzarsi i pantaloni.
Più tardi, disteso sul letto, stanco e beato, fumando il suo sigaro preferito, osservava la coperta di merletti, doveva essere preziosa.
- E’ molto bello questo copriletto, l’hai fatto tu all’uncinetto? - chiese.
- No! - rispose lei con quella sua voce roca e soffiata che gli sconvolse la pettinatura e gli consumò metà sigaro. - Sono stati tutti quegli incapaci come te che non sanno fumare senza combinare disastri!
Ah! Dunque aveva avuto altri uomini; certo aveva avuto qualche ipotesi di sospetto quando gli aveva chiesto 20 dollari - pagamento anticipato - ma averne la conferma era doloroso.
Lei se ne accorse e lo accarezzò sul cappello, ma lui rimase imbronciato.
- Dannazione...Pic...come credi che possa campare in questo lercio letamaio?
-....facendo la maestra elementare? -
domandò speranzoso Piksweeck,
- Beh...non proprio...ma ci sei andato vicino. Rispose l’angelo fra un colpetto di tosse e l’altro. -
- Senti, Pic...
- Pic! Nessuno mi ha mai chiamato così, -
la interruppe Piksweeck : - lo fai perché ormai mi consideri un ..ehm..intimo?
- Oh quello? Oh no, ti chiamo Pic perché sei stato indolore e rapido come l’omonimo ago, sai, quello della pubblicità
- Ah - realizzò lui, ma subito si riprese - Sai ho avuto un’infanzia difficile. Appena nato, i miei vecchi avrebbero voluto andare all’Ufficio Reclami a farsi restituire i soldi. Ma poi pensarono che sarei stato più utile in famiglia e che con la mia presenza avrei alleviato la tensione. Infatti mio padre ogni sera tornava ubriaco dal saloon e si rilassava dandomi grandi colpi di pala sulla testa. Ma una sera mi colpì più forte del solito e successe la tragedia. Pentito cadde in ginocchio singhiozzando:
- Mio Dio, perdonami! Guarda cosa ho fatto! Aveva solo 5 anni, l’avevo pagata 2 dollari ed ora ha il manico spezzato. Non me lo perdonerò mai.
Decisi di fuggire.
Mio padre tentò di dissuadermi, e, per convincermi a cambiare idea mi portò a vedere il suo acquario e cercò di scoprire quanto tempo potevo rimanere sott’acqua prima che mi uscissero le bollicine dalle orecchie.
Ma io fui irremovibile. Fu l’ultima volta che lo vidi.
Non era cattivo, solo ignorante; e fu per ignoranza che mi sparò due fucilate mentre mi allontanavo a cavallo.
Ho fatto migliaia di lavoretti, alcuni anche sporchi.... tu mi capisci, vero?
- Spalavi merda di cavallo?-
gli chiese cospargendosi di cherosene.
- Esattamente. Ma la paga era così bassa che dovevo chinarmi per prenderla, e così decisi di andare a cercare fortuna al Nord, dove feci fortuna come mandriano di vacche sacre indù, che furono la mia famiglia per dieci anni. Ma ora ho te e vorrei...-
Piksweeck si voltò e la bella del saloon giaceva carbonizzata ai piedi del letto: nessuno riuscì mai a capirne il motivo, ma non era la prima volta che gli capitava...



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