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A cura di Floriano Del Volga


<= prima parte --

SCASSANEVE E I SETTE NANI
- seconda ed ultima parte -

Quando i nani tornarono dallo Stabilimento per la produzione e lavorazione del concime, del quale erano soci fondatori, si accorsero subito che in casa c’era qualcuno, e salirono al piano di sopra in punta di piedi e con le gambette tremanti.
“Ho paura! Se solo ci fosse ancora Picchialo con noi…”, disse Stitico emettendo un rumore sordo dal retro. Ma Sozzo lo riprese immediatamente: “Smettila, sai bene che sta ancora in galera! Dobbiamo contare solo sulle nostre forze!”. Quando però i nani videro Scassaneve rimasero senza fiato. “Com’è bella”, disse Caccolo con un sospiro che scopriva i suoi incisivi verdognoli; “E come è pulita”, aggiunsero sorpresi Lavalo e Putrido, mentre intanto il piccolo Lurido si alzò la vestina ed intraprese un’attività che è meglio non riferire. In quel momento Scassaneve si svegliò. Dapprima rimase stupita, poi si portò il fazzoletto alla bocca, e subito dopo cominciò a raccontare tutta la sua storia. “Lasciatemi rimanere con voi”, concluse (si fa per dire) la fanciulla, “Qui la regina non mi troverà, e poi voi siete così buoni con me”. “Va bene, potrai restare se vuoi”, risposero i nanetti leggendo il movimento delle sue labbra, dato che avevano tanto di quel cerume nelle orecchie da non riuscire a percepire neanche un’esplosione nucleare.
Nel frattempo la regina, che non aveva più notizie del cacciatore, interrogò come al solito il suo specchio magico : ”Specchio, specchio delle mie brame, chi è la più bella delle dame?”. Lo specchio rispose: ”Tu sei bella, ma Scassaneve è più bella di te. Ora soggiorna dai nanetti, vai e la troverai. E vafanc…!”. La regina balzò in piedi! Dunque Scassaneve era ancora viva; che fare? Pensa e ripensa, la sua malvagia invidia le suggerì un piano diabolico: preparò una pozione magica, poi la versò su una bella mela rossa. “Basterà un solo boccone di questa mela per farti addormentare per sempre!”, disse ridendo sguaiatamente e, travestitasi da Marta Marzotto, si incamminò verso la casa dei nani.
Quando arrivò alla casetta la regina, annusando l’aria, capì subito che i nani non erano da quelle parti. Scassaneve infatti era sola,
passava il tempo parlando ad un cerbiatto che aveva legato al porticato, il quale cercava disperatamente di uccidersi inghiottendo la propria lingua.
Non fu difficile per la vecchia strega far mangiare un boccone di mela a Scassaneve, che aveva la bocca perennemente aperta. Non appena ella ebbe assaggiato l‘invitante frutto, cadde all’istante sul pavimento addormentata. In quel preciso momento gli uccellini del bosco ripresero a cinguettare, gli animali e gli insetti tornarono a popolare la zona, e si videro pure dei fuochi d’artificio che provenivano dal paese.
Intanto i nani, insospettiti, corsero a perdifiato verso la loro casa nel tentativo di salvare la giovane; quando però arrivarono non c’era più niente da fare. La regina invece era scappata verso la foresta per sfuggire alla loro ira, ma nel correre inciampò e picchiò violentemente la testa contro un sasso, dimenticando completamente la formula magica per tornare allo stato originario; ancora oggi tutti noi dobbiamo sopportarne le conseguenze…
Tristi, disperati e sudati, i nani tornarono a casa e piansero accanto a Scassaneve, che credevano morta per sempre; le costruirono una bara insonorizzata di cristallo, la trasportarono in una radura e vegliarono su di lei giorno e notte.
Trascorse diverso tempo. Un bel giorno il principe Eustachio si trovò a passare da quelle parti e, non appena la vide, riconobbe in lei la fanciulla a cui aveva chiesto di sposarlo. Non ebbe dubbi: in un attimo prese tra le mani il suo nuovo apparecchio acustico, ottenuto dopo anni di sacrifici, lo guardò intensamente, e poi partì per sempre per il Tibet in compagnia di una bambola gonfiabile. A quel punto il piccolo Lurido, che aveva perso ormai tutte le speranze, disse: ”Voglio dare un ultimo bacio alla dolce Scassaneve”. Poi sollevò mestamente il coperchio di cristallo e si chinò a baciare la fanciulla… ma improvvisamente, destata dall’immondo fiato di Lurido che soffriva di una rarissima forma di alitosi deformante, Scassaneve aprì rapidamente gli occhi e vomitò: l’incantesimo era stato spezzato.
Scassaneve si riprese del tutto in pochi minuti, e decise subito di raccontare ai nanetti tutti i sogni fatti durante il lungo letargo. L’incubo per lei era finito, ma per molti altri era appena cominciato…


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